Gli abruzzesi giocheranno con il lutto al braccio, l'ex portiere del Napoli è stato stroncato da un infarto. Aveva 43 anni
Francesco Mancini si è spento nel suo appartamento di via Gobetti a Pescara. L'ex portiere del Foggia di "Zemanlandia", con trascorsi anche nella Lazio, nel Bari e nel Napoli, è deceduto a 43 anni stroncato probabilmente da un infarto. A ritrovarne il corpo agonizzante è stata la moglie, appena rientrata da una passeggiata con un'amica, intorno alle ore 18. Sul posto sono accorse immediatamente due ambulanze del 118 ed il medico sociale del Pescara Calcio, club di cui Mancini era attualmente il preparatore dei portieri della prima squadra. Oltre al medico sociale Sabatini, il quale ha allertato la squadra del prematuro e tremendo decesso, il primo ad arrivare sul posto è stato il vice di Zeman, Cangelosi, mentre la formazione si ritrovava in ritiro presso un albergo vicino per preparare il match in programma domani proprio contro quel Bari di cui l'ex numero uno aveva difeso i pali tra il 1997 ed il 2000. Il Pesca
ra ha chiesto seduta stante il rinvio della partita di domani con il benestare dei pugliesi riscontrando però il no deciso della Lega, per la quale non basta un lutto di tale entità per posticipare un confronto che, dirette televisive a parte, non ha alcun senso disputare con questo stato d'animo. Troppo banale il pretesto dei tempi eccessivamente brevi dinanzi ad una tragedia simile, il calcio è un GIUOCO, ma evidentemente troppi dimenticano questo particolare dinanzi al dio denaro. I biancazzurri dovranno così accontentarsi di giocare con il lutto al braccio. Mancini aveva scelto gli abruzzesi assieme a Zeman dopo l'avventura dello scorso anno a Foggia. Di lui il boemo, che lo aveva fortemente voluto anche a Napoli, apprezzava sia le doti tecniche, con quella sua predisposizione a giocare fuori dai pali che tanto bene si sposava con il suo modo di schierare i propri uomini, che, e soprattutto, quelle umane.