Il terzino sardo salta con le braccia saldamente attaccate al corpo
Non è bastata la notte per cancellare l'amarezza imperante tra le fila della Juve Stabia dopo un pareggio per 2-2 contro il Cesena fortemente condizionato dall'inadeguato arbitraggio del signor Abbattista della sezione di Molfetta. Ancor più della mancata espulsione di Parfait, reo di aver rifilato una manata a gioco fermo a Figliomeni dinanzi al quarto uomo ed al primo assistente nelle battute iniziali della gara, a far infuriare le vespe è stato il calcio di rigore assegnato ai bianconeri quando gli uomini di Braglia erano in vantaggio per 1-0. È il 17' della ripresa quando, sugli sviluppi di un corner, Rossi lascia partire una velleitaria conclusione dalla distanza che Baldanzeddu respinge con le braccia saldamente attaccate al corpo. Come si evince dalla foto a destra scattata dal nostro fotografo in campo Genny Manzo, il terzino sardo non allarga minimamente gli arti superiori limitandosi a proteggere la propria integrità fisica come da opportunità ampiamente contemplata dal regolamento. "Il fallo di mano - recita la "Bibbia" della Figc - implica un contatto volontario tra il pallone e la mano o il braccio di un calciatore. Per stabilire la volontarietà, l'arbitro deve prendere in considerazione i seguenti criteri:
• il movimento della mano in direzione del pallone (non del pallone in direzione della mano);
• la distanza tra l'avversario e il pallone (pallone inaspettato);<
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• la posizione della mano, che non implica necessariamente che ci sia un'infrazione". L'istantanea posta in esame dimostra il come Baldanzeddu, al momento dell'intervento, non crei di fatto densità volumetrica ulteriore a protezione della propria porta con l'utilizzo delle braccia che, non allargandosi minimamente, non vanno a fungere da scudo aggiuntivo ai pali di Seculin. Più che giustificata dunque la decisione del dimissionario patron Franco Manniello, già di suo oggetto di un deferimento assurdo per tempi, modalità e motivazioni dato che all'epoca dei fatti era socio al 10% della Juve Stabia e non rivestiva la carica di presidente contrariamente a quanto si legge nei documenti inerenti l'inchiesta del Procuratore Federale Stefano Palazzi. D'altronde non è la prima volta che le vespe vengono penalizzate dai direttori di gara nelle ultime settimane: dall'ingiustificata espulsione di Baldanzeddu contro il Sassuolo al fallo di mani di Nardini in occasione del gol di Ardemagni contro il Modena passando per il fallo di Pellizzer su Murolo contro il Cittadella, i gialloblù si sono visti sottrarre punti in maniera a dir poco inopinata per colpe non proprie. La speranza è che prima o poi questo trend possa cambiare attribuendo alla classifica della Juve Stabia i contorni che realmente merita per quanto, ad eccezione di rarissime eccezioni, si vede regolarmente in campo.