Cronaca

Monti Lattari - Abusivismo edilizio, riprendono gli abbattimenti

occiato il decreto ''ferma-ruspe'' alla Camera dei Deputati, tornano le demolizioni nel Napoletano.

di Vincenzo Vertolomo


Bocciato il decreto "ferma-ruspe" alla Camera dei Deputati, tornano le demolizioni nel Napoletano. Lunedì mattina, a Pompei, sono entrati in azione le ruspe in via Arpaia, per iniziare la demolizioni di un capannone industriale di circa duecento metri quadrati. Sono bastati pochi giorni dalla bocciatura del decreto legge che sospendeva momentaneamente le demolizioni delle case abusive per far riavviare di nuovo alle autorità giudiziarie le disposizioni concernenti la ripresa delle demolizioni per abusivismo edilizio su tutto il territorio napoletano. Un imponente dispiegamento di forze dell'ordine fra carabinieri, poliziotti, vigili urbani e vigili del fuoco, oltre ai tecnici inviati dalla Procura, per mettere di nuovo mano alle esecuzioni di demolizioni ordinate dai giudici napoletani. Ad iniziare a cadere sotto il braccio meccanico delle ruspe, sono stati due capannoni industriali situati in via Nolana e in via Messigno di circa 200 metri quadrati, adibiti rispettivamente a deposito di materiale e prodotti edili per il commercio al dettaglio e a palestra. Già dalle prime ore di ieri mattina, le forze dell'ordine si sono presentate davanti ai cancelli della proprietà per ordinare lo sgombero della struttura, per il quale i proprietari già avevano ricevuto precedentemente avvisi di esecuzioni a procedere. In poco tempo le strade di accesso sono state bloccate dal successivo viavai degli uomini delle forze dell'ordine, questa volta fermamente intenzionati a portare a termine la demolizione, per dare subito esecutività alle procedure di abbattimento, fino a quando i proprietari assistiti dal proprio legale, hanno chiesto la possibilità di beneficiare dell'autodemolizione facendo diretta richiesta al giudice competente. Disperazione e sconforto fra i familiari dei proprietari che avevano visto costruire negli anni passati una struttura per avviare un'attività lavorativa a carattere familiare e che, nonostante abbiano presentato domanda di condono nell'anno 2000 e pagato i conseguenti corrispettivi, si ritrovano messi per strada senza avere più la possibilità di lavorare. Dopo mesi dall'inizio delle ordinanze di abbattimento disposte dalle Procure napoletane, ritorna prepotentemente l'incubo delle demolizioni dei manufatti abusivi, soprattutto se questi sono riferite a case abusive di necessità in cui vivono famiglie che non hanno altri posti dove alloggiare o se sono strutture utilizzate per attività lavorative a

carattere familiare. Da Cava dei Tirreni a Massa Lubrense e Torre del Greco, colpendo diversi comuni come Vico Equense, Ischia, Castellammare, Casola, Lettere, Gragnano e S. Antonio Abate, i comuni facente parte del Parco Regionale dei Monti Lattari ritornano a fare i conti con l'abusivismo edilizio perpetrato negli anni e fino ad oggi, ormai sicuri di assistere a nuove ed imminenti demolizioni sul proprio territorio. A nulla sono servite fino ad oggi iniziative di sensibilizzazione, manifestazioni di proteste, incontri con politici locali, regionali e nazionali, scioperi e quant'altro per sensibilizzare chi gestisce le istituzioni ad affrontare la problematica degli abbattimenti ed i conseguenti risvolti negativi che ne scaturiscono per le tante famiglie coinvolte e che si ritroveranno senza un tetto sotto cui stare. Così come non è valsa a nulla la manifestazione di protesta e lo sciopero della fame intrapreso la settimana scorsa dalle associazioni e dai comitati anti-abbattimenti e per la quale il presidente del Consiglio Regionale della Campania, l'onorevole Paolo Romano, aveva confermato l'interessamento della Giunta del governatore Stefano Caldoro alla problematica degli abbattimenti per una presta risoluzione, tanto da sottoscrivere una richiesta diretta al Premier Silvio Berlusconi, al Consiglio dei Ministri e al Governo nazionale per sospendere le demolizioni su tutto il territorio della Campania. Ma a tutt'oggi, nulla di fatto. Anzi, le ruspe ritornano inevitabilmente a mettersi in moto per demolire e distruggere quanto è stato costruito fino ad oggi illegalmente. E mentre da una parte i politici dei diversi schieramenti si accusano e si dimenano sulle responsabilità avute in passato sul diffondersi dell'abusivismo edilizio, dall'altra parte si cerca confusamente e senza convinzione di presentare degli emendamenti per un presunto condono edilizio nella prossima  finanziaria - per poi ritirarli in poco tempo - non si riesce ancora a capire cosa può essere fatto per salvare tante famiglie che necessitano di una casa per la propria dignitosa esistenza, come non si riesce a capire perché nei giorni scorsi tanti deputati di maggioranza hanno deciso di non approvare quel decreto "ferma-ruspe" che avrebbe servito non a salvare le case abusive, ma a sospendere provvisoriamente le demolizioni per trovare un rimedio e un' alternativa alle famiglie coinvolte, cercando oltremodo di ripristinare l'ambiente salvaguardandolo dal cemento selvaggio.


giovedì 24 giugno 2010 - 9.48 | © RIPRODUZIONE RISERVATA

 



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