Sette colpi di pistola sparati uno dopo l’altro tra la folla dei passanti e le auto bloccate nel traffico. Una donna grida, un’altra lascia le borse della spesa a terra e scappa, un automobilista abbandona il volante e cerca rifugio nell’androne di un palazzo. Momenti di terrore in pieno centro per un duello tra rivali in amore. Un commerciante incensurato tenta di punire il presunto amante della moglie, un giovane anche lui incensurato. I sette proiettili finiscono sulle portiere dell'Audi A5 guidata da R. C., titolare di una concessionaria d'auto, e su una Fiat Panda parcheggiata poco distante, in via Acquasalsa. Il giovane esce indenne dall’auto. Nessuna conseguenza anche per i proiettili finiti fuori bersaglio, ma poteva essere una strage, altro che Cavalleria rusticana. A sparare Angelo Auricchio, 39 anni, imprenditore di Pompei, finito in manette con l’accusa di tentato omicidio e detenzione illegale di arma. Ma la pistola dopo la sparatoria non è stata ritrovata e per questo potrebbe scattare anche l’accusa di occultamento di arma. Gli inquirenti sono, tuttora, alla ricerca dell’arma utilizzata per la spedizione punitiva. I due rivali si erano dati appuntamento nei pressi dello svincolo autostradale di Pompei-Scafati, a pochi metri dall'abitazione e di Auricchio. Alla fine del chiarimento, Angelo Auricchio estrae la pistola e fa fuoco. I giovani che affollano il bar nelle vicinanze addirittura cercano riparo sotto i tavolini. L’allarme scatta subito grazie al fatto che in via Acquasalsa sta transitando una volante del commissariato di Pompei. Gli agenti, coordinati dal vicequestore aggiunto Consiglia Liardo, hanno immediatamente intuito cosa stesse accadendo, visto che a carico dell'uomo arrestato ci sono querele presentate da R. C. per minacce. Così hanno subito proceduto a bloccare e arrestare Auricchio che, a piedi, cercava di raggiungere la sua abitazione poco distante e poi di far perdere le tracce. Ma il commerciante era già riuscito a sbarazzarsi della pistola. Gli investigatori hanno eseguito diverse perquisizioni in abitazioni di amici e parenti dell'accusato. Il ritrovamento dell'arma è considerato elemento fondamentale per l’accusa. Per gli inquirenti l’arma potrebbe essere stata occultata da amici o conoscenti del comme
rciante. Nelle prossime ore il pm della procura di Torre Annunziata si pronuncerà sulla convalida dell'arresto.
«Quei proiettili potevano ucciderci»
«Ho sentito il sibilo dei proiettili, ho temuto di essere ucciso e mi sono buttato a terra con il rischio di essere schiacciato dalla gente che scappava», un ragazzo, Michele, che si trovava nel bar di via Acquasalsa rievoca così i momenti di terrore per la sparatoria in pieno centro. «Una tragedia sfiorata, quei colpi avrebbero potuto provocare una strage», insiste un’anziana. «Una volta gli scippatori, un’altra la camorra, sembra di vivere in una giungla - attacca un signore di mezza età -. Così si spaventano anche i turisti». Da una parte la paura, dall’altra voci e indiscrezioni che si rincorrono sulla vicenda. «Un imprenditore onesto e un gran lavoratore», definiscono Angelo Auricchio i clienti del suo negozio di via Acquasalsa. In molti hanno assistito increduli alla sparatoria, con Auricchio che impugnava la pistola contro il presunto amante della moglie. C’è chi dice che il giovane contro il quale Auricchio ha sparato molte volte era entrato nel negozio istigandolo con parole offensive. Da ciò sarebbe scaturita la reazione. «Abbiamo rischiato di essere colpiti», ripete un altro dei ragazzi del bar. Qualche passante ha citofonato al centro operativo del 118, che ha la sede è di fronte al luogo del regolamento dei conti. Gli operatori si sono riversati immediatamente in strada, rischiando loro stessi di essere colpiti da un proiettile, pur di intervenire in maniera tempestiva nel caso in cui qualcuno avesse avuto bisogno di soccorso. «Non sappiamo perché quell'uomo ha sparato contro il giovane a bordo dell'Audi A5 - insiste Giovanni Porcaro, un automobilista di Cercola a Pompei per una visita al Santuario -. So soltanto che un innocente, estraneo ai fatti, poteva trovarsi sulla traiettoria dei proiettili. È assurdo che un uomo possa agire così solo perché accecato dalla gelosia». L'episodio, pur drammatico, ha suscitato l’interesse degli amanti delle scommesse scatenando la corsa ai botteghini e alle puntate sui numeri che la Smorfia attribuisce a pistola, tradimento e paura, soprattutto paura. C’è chi gioca, ma in tanti sono ancora terrorizzati.