Cronaca
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Li Galli, condannati i proprietari

Otto mesi (pena sospesa) e 200 mila euro di risarcimento alla Regione. Non ci sarà confisca.

tempo di lettura: 2 min
di Antonella Barone
11/07/2007

Condannati i proprietari dell'isola Li Galli, Giovanni Russo e Francesco Savarese, amministratori della società «Li Galli di Giovanni Russo & C snc», che aveva acquistato l'isola che è di fronte all'incantevole baia di Positano. I capi d'imputazione sono truffa e violazione della legge sui beni culturali, in quanto l'isola è sottoposta a vincolo archeologico. Ieri sera, dopo circa sette ore di camera di consiglio il giudice Renata Sessa del Tribunale di Salerno ha pronunciato il verdetto, condannando ciascuno degli amministratori alla pena di otto mesi di reclusione e al pagamento di mille euro di multa, oltre al risarcimento nei confronti della Regione Campania di 200mila euro. La sospensione della pena è stata subordinata al pagamento del risarcimento nei confronti della Regione, indicata dallo Stato quale ente che avrebbe dovuto esercitare il diritto di prelazione nell'acquisto dell'isola. Non è stato invece riconosciuto il diritto a un risarcimento alle altre due parti civili costituite e cioè al Comune di Positano e a Legambiente, ma probabilmente per ragioni diverse. In realtà l'amministrazione comunale di Positano, pur essendosi costituita parte civile non ha poi depositato, così come previsto dalla normativa, le conclusioni in forma scritta, essendosi limitato il legale nella scorsa udienza a concludere verbalmente, riservandosi per ieri il deposito, che poi non è avvenuto. Nell'udienza di ieri il Comune di Positano era il grande assente. Sono state sostanzialmente accolte le richieste del pubblico ministero Antonio Centore, ad eccezione di quella della confisca dell'isola. Il pm Centore al termine della sua requisitoria il 27 giugno scorso aveva chiesto la condanna di Giovanni Russo e Francesco Savarese a un anno di reclusione, oltre al pagamento di 600 euro di multa. Russo, proprietario dell’hotel Sorrento Palace, ha atteso per ore il verdetto, in compagnia di uno dei due penalisti che lo hanno difeso, l'avvocato Gerardo Grisi e dell'amministrativista De Luca. L'altro difensore, l'avvocato Von Arx ha suscitato una dura replica del pm Centore, quando nella sua arringa ha sottolineato che si è sempre animati da esterofilia, in quanto si colpisce un imprenditore locale, che da quando aveva acquistato l'isola l'aveva solo valorizzata, mentre prima quando era di Rudolf Nureyev sarebbe stata sede di «orge e festini». Il pm Centore che ha considerato il riferimento come una «caduta di stile», conseguenza di «una cultura che discrimina l'omosessualità riconducendola automaticamente a dissolutezza e corruzione di costumi».

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