Una città allo stremo. Incidenti stradali, risse nel cuore del centro cittadino, traffico paralizzato: gli ultimi giorni hanno restituito l’immagine di una Castellammare sempre più difficile da gestire, con tensioni sociali e criticità logistiche che sembrano sfuggire di mano, nonostante gli sforzi costanti delle forze dell’ordine.
Il prefetto, nei giorni scorsi, ha rinnovato le “zone rosse” in alcune delle aree più delicate della città, istituendo divieti di stazionamento e misure di contenimento. Un tentativo chiaro di prevenire il degrado e restituire ordine al tessuto urbano, spesso teatro di episodi di microcriminalità, vandalismo e assembramenti fuori controllo.
Eppure, per i cittadini, tutto questo non basta. La percezione comune è quella di vivere in una città dove l’illegalità e l’inciviltà stanno prendendo il sopravvento. Le misure messe in campo vengono vissute come palliativi temporanei, incapaci di affrontare alla radice un malessere sempre più diffuso.
Il traffico urbano, intanto, resta uno dei nodi più critici. Ogni giorno, le arterie principali si trasformano in fiumi di lamiere bloccate. Le ore di punta diventano un incubo: code interminabili, nervosismo alle stelle e una mobilità cittadina praticamente paralizzata. L’assenza di un piano serio e strutturato per la viabilità, unita a controlli poco incisivi, contribuisce ad alimentare il senso di frustrazione tra i residenti.
In questo scenario, le istituzioni locali si trovano di fronte a una sfida enorme: riportare ordine, sicurezza e vivibilità in una città che sembra sempre più in balia del caos. Non bastano ordinanze o interventi spot: i cittadini chiedono strategie a lungo termine, progetti concreti di riqualificazione urbana e sociale, una visione che guardi al futuro con serietà.
Di Bari: «Attendiamo fiduciosi la verità». Il sindaco Vicinanza: «Un pezzo della nostra identità è stato lacerato con violenza». Ruotolo: «Il primo pensiero va alla famiglia Parlato. La città è parte lesa.»